In Slow boat sul Mekong / Thailandia e Laos

Ci sono tanti modi per superare il confine tra Thailandia e Laos, ma il più affascinante in assoluto è senz’altro il tragitto sul corso del fiume Mekong a bordo di uno di quei tradizionali barconi di legno noti come slow boat. Purtroppo benché si tratti di una opzione molto apprezzata dai backpackers, le informazioni in rete a riguardo scarseggiano o sono troppo imprecise, rendendo difficile fare piani a riguardo, calcolare tempi e capire se valga o no la pena spenderci ben due giorni di viaggio.

A posteriori quello che possiamo dire è che sì, vale senz’altro la pena. E’ probabile che tornati a casa avrete un ricordo quasi struggente dei due giorni passati a navigare sul fiume, scrutando la vita lungo le sue sponde colpite dal sole o ascoltando la pioggia scrosciare violenta sul tetto del barcone. Scivolando per interminabili ore nella corrente del Mekong si tocca il Laos più autentico, si fa i conti con il tempo, si assaporano le distanze e si rende omaggio all’essenza più vera del viaggio, per non parlare dell’emozione di arrivare a Luang Prabang dal fiume, di cui abbiamo già raccontato qui

Vediamo nel dettaglio il percorso:

Da Chiang Mai a Chiang Khong. La via più semplice di tutte per realizzare il percorso in slow boat verso Luang Prabang parte da Chiang Mai, bella cittadina del nord della Thailandia e tappa imprescindibile per chi visita il Paese. A Chiang Mai consigliamo per il pernottamento la graziosa ed economicissima Julie’s Guesthouse, che offre tanti servizi tra cui il rinnovo del visto, l’organizzazione di spostamenti e la partecipazione a trekking ed escursioni varie. Nelle piccole agenzie di viaggio di Chiang Mai, e in quasi tutte le discrete guesthouses come la Julie’s, è quindi possibile prenotare i biglietti per il trasporto in mini bus verso Chiang Khong, l’ultima cittadina thai situata sulla riva del Mekong. La partenza da Chiang Mai è in genere prevista verso le 10-11 del mattino, con l’arrivo a Chiang Khong, prima che faccia buio.
Chiang Khong si trova nell’estremo nord della Thailandia, nel cuore del famigerato Triangolo d’Oro, a due passi dal confine birmano e a pochi metri da quello laotiano, un luogo ancora misterioso, segnato dal corso del fiume e dalle impenetrabili montagne in cui sopravvive una delle maggiori produzioni al mondo di oppio. Per il pernottamento una buona sistemazione è la Baanrimtaling Home Stay, una struttura di legno tradizionale affacciata direttamente sul Mekong, da cui è possibile prenotare autonomamente la slow boat per la mattina successiva. In questa piccola cittadina fluviale la cosa più piacevole da fare è stringere amicizia con altri viaggiatori e concedersi insieme a loro una cenetta allegra alla Bamboo Mexican House, un ristorantino messicano gestito da una deliziosa famiglia thailandese. La serata può concludersi al meglio immersi nel fumo di sigaretta e in una equivoca atmosfera da posto di frontiera, dentro ad uno dei pochi bar dotati di biliardo posti sulla strada principale.

☛ Un consiglio. A Chiang Khong può facilmente capitare di essere avvicinati da persone che si offrono, in cambio di una modesta somma di denaro, di prendere in consegna il vostro passaporto e di sbrigare per voi le pratiche per il visto laotiano, facendovi risparmiare tempo. Con tutta probabilità si tratta di persone perbene, ma non è necessario sottolineare quanto sia da sconsiderati lasciare il proprio unico documento di identità in mano ad un completo sconosciuto, quando ci si trova letteralmente dall’altra parte del mondo. Per cui attenzione. 

Il visto per il Laos a Huay Xai. La mattina successiva, appena svegli, ci si incammina verso l’ufficio di frontiera thailandese, posto vicino al porticciolo di Chiang Khong. Se ci si è aggregati ad un pacchetto completo Chiang Mai/Luang Prabang si viene recuperati direttamente alla guesthouse e accompagnati allo stesso identico imbarco. Sbrigate le pratiche di uscita dalla Thailandia, si sale velocemente su una delle long tail boat che fanno continuamente la spola tra le due rive, e si sbarca a Huay Xai, su terra laotiana. All’ufficio immigrazione di Huay Xai è necessario pagare il visto di entrata in Laos, il cui prezzo si aggira sui 25/30 dollari, e varia a seconda della propria nazionalità. Espletate le formalità, si è pronti per l’imbarco sulla slow boat.

Sulla slow boat. Questi lunghi e stretti barconi di legno, coperti nella parte superiore e aperti sui lati, sono dotati solitamente di panche di legno piuttosto dure, e offrono a bordo un piccolo servizio bar. Proprio per questo è consigliabile portare con sé per il viaggio un cuscino, e un po’ di cibo, a meno che non vi accontentiate di zuppa di noodles in scatola.
Le slow boat si fermano di tanto in tanto per far salire a bordo persone locali e le loro merci, e per far scendere i passeggeri nelle fermate intermedie. La vita sulle sponde scorre tranquilla, tra bambini che fanno il bagno, animali che bevono, monaci in fila indiana, templi nascosti nella vegetazione. È un mondo affascinante e autentico, un paesaggio che cambia pochissimo lungo tutto il percorso, fino all’arrivo nel tardo pomeriggio a Pakbeng, la cittadina dove la slow boat e i suoi passeggeri fermano per la notte. Pakbeng ha una sola strada e tante piccole guesthouse economiche, i cui proprietari aspettano l’arrivo delle barche in cerca di clienti. Vista la numerosa offerta di sistemazioni è assolutamente superfluo prenotare con anticipo, a meno che non abbiate intenzione di trattarvi bene passando la notte al Luang Say Lodge, l’unica struttura di un certo livello. In paese ci sono una manciata di ristorantini, per esempio il gradevole indiano Hasan (sulla main street), e un solo piacevole bar in cima alla strada principale, dove ovviamente tutti i passeggeri della slow boat finiranno per ritrovarsi. La mattina si riparte per Luang Prabang intorno alle 8,00, con passaggio veloce davanti alle suggestive grotte di Pak Ou, e arrivo nella splendida cittadina laotiana intorno al tardo pomeriggio. Dell’arrivo a Luang Prabang e dei nostri consigli per visitarla abbiamo invece già scritto qui.

L’esperienza in slow boat in sintesi

☝ motivi per farla:

  • si tratta di una esperienza incredibilmente bella e suggestiva
  • il fascino del viaggiare per lunghissime distanze su una barca di legno
  • assistere allo spettacolo della vita sul fiume da una posizione privilegiata
  • la possibilità di stringere belle amicizie con viaggiatori di tutto il mondo

☟ i contro:

  • due giorni in barca, su panche scomode, possono risultare stancanti
  • la condivisione di spazi ristretti con sconosciuti  può non piacere a tutti

[Leggi gli altri articoli di Wanderlust su Thailandia e Laos]

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23 Comments

  1. Proprio il post che cercavo! Anche io arriverò in Laos via terra e vorrei fare la traversata in barca di due giorni fino a Luang Prabang. O meglio, “volevo”, perché in tanti me l’hanno sconsigliata.. (Troppo turistica, due giorni sono lunghi, non si vede niente..) Devo andare a leggermi i vostri post allora!

    1. Ciao Claudia! Le slow boat sono certamente utilizzate da tanti turisti (d’altronde chi altro avrebbe due giorni interi da spendere lungo il fiume?) Ma questo tipo di barche sono incredibilmente utili anche per comunità locali, che possono usufruire di un trasporto abbastanza regolare in una zona davvero impervia. Lo scenario è incantevole, ed è la natura stessa a valere la fatica dei due giorni in barca. Insomma, a nostro avviso è stato molto più piacevole di un tortuoso tragitto via terra, ma sono certa che non sia un’esperienza per tutti, semplicemente perché le persone pensano al viaggio in maniera diversissima l’una dall’altra. Hai molti giorni a disposizione o tempi stretti?

      1. Ho tempo, ho tempo (parto con il biglietto di sola andata..) e appunto per questo l’idea di concedermi 2 lenti giorni in barca mi sembrava una cosa molto affascinante. Poi sono subentrate persone che hanno smontato il mio entusiasmo.. ma rileggendo il vostro post sono tornata sui miei passi! Mi ispira e voglio farlo….. e come dici tu è sicuramente meglio di un tortuoso viaggio in bus (che non mancherò di fare perché tanto mi muoverò solo via terra..) La Lonely Planet consiglia di affidarsi ad un’agenzia per prenotare la barca e l’alloggio per la notte al villaggio; dici quindi che è superfluo?

        PS: io vi ho scoperti grazie a Patrick che ha pubblicato un vostro post.. anche per me è stata una bellissima scoperta!

        1. Noi invece abbiamo meno tempo. Dal post si capisce che il viaggio sul Mekong vi è piaciuto molto, ma leggendo su vari blog – anche dopo la segnalazione di Claudia – e sentendo chi ci è stato si trovano esperienze molto contrastanti. C’è chi lo ha amato e trovato rilassante e chi è rimasto invece frustrato dalla folla e dal caos alla partenza (in parte evitabile con l’agenzia), dai backpacker beoni e chiassosi che si sono ritrovati sulla nave, dal fatto che da un po’, circa un anno (quindi forse a voi non è capitato), scaricano i passeggeri a 10 km da Luang Prabang per motivi non del tutto chiari, visto che sostengono sia colpa di una diga, ma probabilmente è per prendere commissioni dai taxi-tuktuk…
          E anche per questo mi erano venuti dei dubbi: abbiamo due settimane e questo ingresso via terra richiede comunque tre-quattro giorni arrivando da bangkok e non è chiaro se ne vale la pena… ma devo dire che il vostro post tende a convincermi 🙂

    1. grazie mille Patrick, e grazie a Claudia! Raccontiamo solo quello che abbiamo vissuto e come l’abbiamo vissuto, quindi ci farebbe tanto piacere se poi tornerete a raccontarci come è andata per voi… un abbraccio!

  2. Ciao! anche io tra qualche mese vorrei fare lo stesso tragitto e questo post è davvero utile 🙂
    Una domandina tecnica: ma ci sono bagni a bordo degli slow boat? Grazie 🙂

      1. Io sono appena tornato, abbiamo navigato non sul Mekong ma sul Nam Ou, in slow boat ancora più piccole (12 posti). Lì i bagni non c’erano. All’occorenza ci si… accostava nella giungla!
        Presto ne scriverò anch’io

  3. domanda, ma altri punti in Laos in cui si possa navigare sul Mekong per spostarsi da una zona all’altra ed al contempo vivere l’esperienza della Slow Boat? Mi sembra che questo sia il classico giro che fanno tutti i viaggiatori che entrano in Laos ma non riesco a trovare informazioni su altri tragitti meno battuti… Grazie!

    1. Maria, ti consiglio il Nam Ou. Purtroppo la navigazione è stata molto ridotta dalla presenza di dighe, ma ci sono tratti che si possono fare e ancora molto belli (spero di non essere scortese scrivendo che ci sono dei post sul mio blog Orizzonti, vedi i pingback fra questi commenti puoi seguire quel link)

    2. Ciao Maria, in generale in Asia tutti i fiumi vengono in qualche modo “navigati”, bisogna vedere che tipo di tragitto vuoi fare, cioè quanto lungo e quanto “travagliato”. Il Mekong è il classico accesso al Laos per il semplice fatto che è un fiume immenso e in quel tratto interamente navigabile anche con ampi barconi… Senza interruzioni. Purtroppo sono state costruite molte dighe sui fiumi, che rendono alcuni percorsi poco pratici, anche se ovviamente più autentici. L’esigenza di navigare sul Mekong per noi sussisteva a prescindere da tutto, per il semplice fatto che in due soli giorni si percorre un lungo tratto dalla Thailandia del nord al Laos, ed era ideale per il nostro percorso. Ti consiglio di guardare su una lonely planet aggiornata quali siano le effettive possibilità di navigazione attuali, anche in base alla stagione (nella stagione secca molte tratte di bassa portata vengono chiuse)

  4. ciao, ho letto della slow boat che arriva appunto in Laos, ma per quanto riguarda il ritorno in Thailandia come è meglio fare? grazie in anticipo per l aiuto… Fede

  5. Ciao! Noi raggiungemmo Vientiane in bus e poi prendemmo un volo da Vientiane per Bangkok, ma si può volare direttamente da Louang Prabang su Bangkok o andare via terra con i bus. Dipende da quanto tempo hai e cosa vuoi vedere in Laos 🙂

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